Il mio sguardo, la mia voce. Una nuova generazione del Nord Est si racconta attraverso il photovoice in Maroni, M.V. (a cura di), Riflessi. Dietro lo specchio adolescenti stranieri, Franco Angeli, Milano, 2010, pp. 160-163

Dettagli

  • Autore:

Abstract

I figli delle migrazioni, ovvero i giovani e le giovani nati e/o cresciuti in Italia da genitori di origine straniera o da coppie bi-nazionali costituiscono una realtà ormai consolidata in Italia. Oggi un neonato su cinque in Veneto è figlio /a di immigrati.
La ricerca-azione “Il mio sguardo, la mia voce. Una nuova generazione del Nord Est si racconta attraverso il photovoice” (referente scientifico Prof.ssa Annalisa Frisina) ha inteso indagare i mutamenti in atto in Italia attraverso gli sguardi e le voci di tutti i suoi figli, che oggi sono anche i ragazzi e le ragazze di origini straniere.
Nell’articolo l’autrice non solo descrive la sua esperienza di partecipante alla ricerca-azione, ma sostiene anche l’importanza dell’utilizzo del photovoice come metodo per indagare i razzismi 
quotidiani e contribuire a contrastarli rendendoli visibili e facendone un oggetto di discussione critica tra pari.

Il mio sguardo, la mia voce. Una nuova generazione del Nord Est si racconta attraverso il photovoice in Maroni, M.V. (a cura di), Riflessi. Dietro lo specchio adolescenti stranieri, Franco Angeli, Milano, 2010, pp. 160-163

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I figli delle migrazioni, ovvero i giovani e le giovani nati e/o cresciuti in Italia da genitori di origine straniera o da coppie bi-nazionali costituiscono una realtà ormai consolidata in Italia. Oggi un neonato su cinque in Veneto è figlio /a di immigrati.
La ricerca-azione “Il mio sguardo, la mia voce. Una nuova generazione del Nord Est si racconta attraverso il photovoice” (referente scientifico Prof.ssa Annalisa Frisina) ha inteso indagare i mutamenti in atto in Italia attraverso gli sguardi e le voci di tutti i suoi figli, che oggi sono anche i ragazzi e le ragazze di origini straniere.
Nell’articolo l’autrice non solo descrive la sua esperienza di partecipante alla ricerca-azione, ma sostiene anche l’importanza dell’utilizzo del photovoice come metodo per indagare i razzismi 
quotidiani e contribuire a contrastarli rendendoli visibili e facendone un oggetto di discussione critica tra pari.

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