Il progetto mira a sviluppare un quadro analitico per studiare la salute sul lavoro dei e delle migranti. Tramite l’adozione di una prospettiva empirica e di genere, l’obiettivo è quello di indagare i rischi e le condizioni di salute occupazionale in ambienti di lavoro altamente mascolinizzati e femminilizzati, concentrandosi su settori in cui tradizionalmente è impiegata la manodopera migrante, come l’agricoltura e l’assistenza alla persona (in particolare, nel contesto dei servizi sanitari residenziali).
Il team identificherà due contesti locali nel Veneto in cui condurre una ricerca empirica qualitativa. L’osservazione partecipante e le conversazioni informali saranno integrate con interviste semi-strutturate e biografiche con informatori privilegiati (ad esempio medici e personale medico, sindacalisti, datori di lavoro e volontari) su argomenti legati alle loro esperienze con le questioni di salute dei lavoratori migranti. Inoltre verranno condotte interviste biografiche con lavoratori migranti uomini e donne (operai agricoli e operatrici socio-sanitarie) di differenti età e nazionalità e che svolgono mansioni diverse. L’obiettivo è esaminare la salute dei e delle migranti in ambito agricolo e nelle strutture residenziali sanitarie, dove il lavoro è fisicamente e mentalmente usurante, pericoloso e scarsamente retribuito, e dove la forza lavoro è fortemente differenziata per genere. In particolare, il progetto prende in considerazione i determinanti sociali della salute, esaminando come i fattori individuali (genere, età, estrazione sociale), le condizioni di lavoro e di vita incidano sulla salute dei migranti. Inoltre, il progetto si concentra sulle conseguenze sociali della malattia, esplorando le sue percezioni e rappresentazioni “oggettive” e “soggettive”, nonché le risorse e le strategie di coping dei migranti in caso di malattia. Infine, il progetto indaga se e come i territori locali riconoscono e supportano i bisogni di salute dei lavoratori migranti.